La musicoterapia

La musica sembra avere un potere terapeutico in alcuni disturbi. Lo mostrano i risultati di diversi studi scientifici, soprattutto quando la persona, guidata dal terapeuta, si cimenta nella musica. Ma perché? E quali sono le possibili applicazioni?

In cosa consiste la musicoterapia?

La musicoterapia è un tipo di trattamento che può promuovere il benessere fisico, emotivo e cognitivo attraverso la musica. Si tratta semplicemente di ascoltando playlist studiate per ridurre ansia, dolore e stress: è una tecnica basata su prove cliniche, cioè su studi che hanno riscontrato benefici su pazienti, che prevede l'intervento di specialisti, i musicoterapisti. Questi professionisti, infatti, conoscono le giuste tecniche e sanno porsi nel modo corretto con medici, pazienti e persone a loro vicine per trarre il meglio dall'esperienza.

Quali sono gli effetti della musicoterapia?

I meccanismi fisiologici con cui la musica aiuterebbe a trattare alcuni disturbi non sono ancora del tutto noti. Sappiamo però che quando l'ascoltiamo il nostro organismo produce endorfine, che fanno provare un senso di benessere generale, alleviano il dolore, riducono l'ansia e possono favorire l'azione del sistema immunitario. Inoltre, la musica rappresenta un modo per esprimersi, sfogarsi e passare il tempo imparando. Ma praticare la musica consente anche di migliorare capacità non musicali come attenzione, memoria, coordinazione motoria, capacità di pensiero astratto, autocontrollo e capacità di comunicazione, oltre a migliorare la motivazione e l'umore. In effetti, la musica può stimolare molte aree cerebrali.

Ma quando si usa la musicoterapia? Questo tipo di trattamento può affiancare altri trattamenti in diversi percorsi terapeutici, per esempio per affrontare disturbi psicologici, motori o neurologici, e può essere praticata in diversi modi, anche a seconda della persona a cui è rivolta: in gruppo o in singolo, con strumenti diversi e in modalità differenti. 

Tipi di musicoterapia

Quanti tipi di musicoterapia esistono? Anche se ci sono diverse categorie di musicoterapia, contaminate da diverse scuole di psicoterapia, ci sono 2 tipi principali di musicoterapia: quella ricettiva e quella attiva.

Nella musicoterapia recettiva, il terapeuta seleziona brani specifici che farà ascoltare alla persona per farla calare nelle sue emozioni, promuovendo un ascolto attivo. Gli esiti principali di questo tipo di musicoterapia sono il rilassamento e il miglioramento dell'umore. 

Nella musicoterapia attiva, lo specialista coinvolge il paziente nell'esecuzione della musica, facendola comporre, cantare o suonare. In questo modo la persona, oltre a sentirsi più rilassata o felice, può sviluppare capacità comunicative, sociali, motorie e cognitive (come la risoluzione di problemi). Per esempio, con il canto migliorerà la respirazione, il linguaggio e i movimenti legati al linguaggio. La musicoterapia improvvisativa, un tipo di musicoterapia attiva, è di aiuto in particolare per aiutare la persona a superare blocchi emotivi.

La musicoterapia attiva può essere utile per diversi disturbi, come nel disturbo da deficit di attenzione-iperattività (ADHD). Per esempio, il professionista può sottoporre al paziente dei brani spingendolo a focalizzarsi solo su alcuni stimoli rilevanti, ignorando gli altri, e di suonare in modo coerente con i cambiamenti che si susseguono nel brano. In questo modo stimolerà la capacità di concentrazione e di coordinazione. Anche la musicoterapia di gruppo può essere utile, poiché migliora alcune abilità cognitive e riduce l'impulsività, l'iperattività e la distrazione. 

Cosa si cura con la musicoterapia?

La musicoterapia risulta avere effetti benefici in diversi disturbi, come quelli dell'attenzione, dell'apprendimento, del comportamento sociale, dell'ansia, dell'umore (come la depressione) e in alcuni casi di dolore. Può essere utile anche in alcuni casi di disabilità intellettive e motorie, in disturbi psicotici, per il disturbo post traumatico da stress, per persone con il cancro, in caso di disturbi del comportamento alimentare e in pazienti in stato di coma reversibile e in oncologia, nonché nelle donne in gravidanza. Uno studio ha mostrato anche che la musicoterapia potrebbe favorire la riabilitazione emotiva e sociale di persone con traumi cerebrali o infarto.

Per esempio, in alcune forme di demenza, la musicoterapia può ridurre agitazione, apatia, irritabilità e movimenti incontrollati. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che la musica migliora l'umore e anche alla sua capacità di rievocare ricordi, per cui potrebbe migliorare il senso di autoconsapevolezza e di controllo della persona. Potrebbe anche contribuire a rimetterla in contatto con il suo intorno. In effetti, la musica risulta essere efficiente anche nello stimolare l'interesse e il contatto tra il paziente e i suoi familiari.

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Vantaggi e limiti della musicoterapia

I vantaggi della musicoterapia sono molti, poiché la musica è facile da reperire anche gratuitamente, è accessibile a ogni età e in diversi contesti. Poi è benvenuta da anziani, adulti, bambini e genitori: spesso è anche amata, anche perché aiuta a esprimersi e veicolare emozioni, per cui spesso sono i pazienti stessi a cercarla ed è difficile che smettano la terapia. Inoltre, la musicoterapia ha pochi effetti avversi. Tuttavia, occorre che a metterla in pratica sia un professionista, che conosca le giuste tecniche e indaghi le necessità della persona che ha di fronte per evitare di turbarla, irritarla o infastidirla con musiche inadatte, che per esempio potrebbero evocare ricordi infelici, e trarre il meglio dalla terapia.

Ulteriori studi potranno far luce sui meccanismi e le potenzialità della musicoterapia.



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