"Ma gli androidi sognano pecore elettriche?", Philip K. Dick

Probabilmente più noto come "Blade Runner", titolo originale e poi mantenuto nel film che ne è stato tratto, "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?" è uno dei capolavori di Philip K. Dick, considerato uno dei migliori autori di fantascienza mai esistiti. 

È un futuro cupo, in cui chi abita la Terra subisce le conseguenze distruttive di una grande guerra che compensa con una tecnologia avanzata: la colonizzazione di Marte, animali elettrici ed esseri umani sintetici, indistinguibili da quelli autentici se non per la loro incapacità di provare empatia. Un romanzo dalla trama potente e un bellissimo mondo, arricchito da nozioni scientifiche e temi sempre attuali.

L'ho trovato interessantissimo soprattutto per via di due temi. Il primo, l'importanza della vita: in un mondo in cui gli animali non umani scarseggiano, divengono qualcosa da tutelare a ogni costo e uno status symbol. Il secondo, perno della narrazione che è stato tradotto in questo titolo geniale, è una questione che diventerà sempre più importante: l'etica dell'intelligenza artificiale. Se un androide pensa, sogna, prova paura e felicità, ha diritto alla vita quanto un essere umano?


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